Il loro lavoro è sperimentare...lo sentono fortemente dentro, come un
fuoco, e il fuoco è difficile da spegnere, bisogna avere gli strumenti
giusti altrimenti ci si scotta.
Si aspettano da noi che li aiutiamo e li proteggiamo nel loro lavoro, si
fidano di noi, e pensano probabilmente che anche noi siamo interessati
a farli sperimentare.
Non hanno esperienza, ed hanno un ridotto uso della parte razionale,
perciò i discorsi troppo lunghi e le prese di posizione non li sanno
decifrare, pensano siano un gioco, perchè suscitano reazioni strane nei
genitori.
Quando dite no esprimete una emozione?...
In questo momento usano molto la parte che riguarda le emozioni e il
rapporto causa effetto , perciò per parlare con loro, questi sono i
canali adatti.
A volte sappiamo usarli poco, ormai, non siamo più abituati ad esprimere
liberamente la tristezza, la sensazione di allarme profonda, siamo
assaliti da rabbia o impostiamo la nostra presenza in una non precisata
"fermezza".
E forse non ci lasciamo più sperimentare con loro, sappiamo già che una
cosa non si fa, ma il bimbo ch si sente sempre originale ed unico, ha
bisogno di sapere che noi sappiamo bene di cosa stiamo parlando quando
diciamo no....perciò se diciamo no dall'altra parte della stanzail bimbo
non ci crede...ci deve vedere con l'oggetto vicino.
E' convinto poi che sia anche nostro interesse che lui sperimenti, del
resto è il suo lavoro, e lui è scrupoloso in questo, deve formarsi il
senso il gusto e l'udito per tutta la vita mica bruscolini, è
straconvinto che saremo in grado di proteggerlo se qualcosa gli potesse
pregiudicare la vita, e che sapremo andargli incontro per poter
lasciarlo sperimentare in tutta sicurezza....ossia se il genitore non fa
nulla significa che non sono in pericolo di vita, significa che posso
continuare.
Ci vede noi che usiamo quello stesso oggetto, e geneticamente i bimbi
sono programmati per imitare i genitori in quello che usano, o in quello
che fanno.
A volte non sappiamo più usare la conseguenza, il rapporto causa
effetto, eppure è un linguaggio lampante...I bambini è giusto che
sperimentino da soli, ma a volte le cose possono essere troppo grandi,
ossia le conseguenze troppo pericolose, ed è ovvio dobbiamo proteggerli,
ma noi che abbiamo esperienza, sappiamo che in certi casi le cose sono
pericolose o si danneggiano solo se usate male. Se poi l'esperienza è
troppo "forte" , il cervellino non riesce a esaminarla dentro,
probabilmente la rifarà per capirla meglio o per farla nel modo
giusto...(e da li si vede il bimbo che pur facendosi male continua
imperterrito a zuccarsi per terra).
Perciò la cosa migliore è aiutarlo , guidarlo nell'esperienza,
insegnergli come si usano le cose, quali sono i limiti reali del
pericolo, e non solo quelli immaginari che stanno solo nella nostra
testa e che però per quanto si potrebbe ipotizzare che legga nel
pensiero, nemmeno capisce.
Abbiamo paura ovviamente che prenda di sua iniziativa e faccia da
solo....benissimo...probabilmente però lo farà nel modo giusto...bisogna
tenere conto comunque un periodo finestra, in cui c'è da monitorare e
osservare che lo faccia nel modo giusto anche se non interveniamo.
Del resto non stiamo lo stesso col fiato sul collo e lo monitoriamo
continuamente? almeno quando sappiamo che una cosa la sa
usare...pace....per lo meno avremo più tempo di intervenire prima che
gli vengano altre idee su come usare quella cosa.
Perchè li conosciamo e sappiamo dai loro occhi furbetti che hanno in mente qualcosa
E poi la connessione non è compromessa, siamo dalla loro parte, loro si
fidano del nostro giudizio e quando sarà davvero da limitare del tutto
una cosa....(se siamo sinceri) sapranno capire
Quando ad un fiume in piena mettiamo uno sbarramento, il fiume non fa
altro che ingrossarsi e fuoriuscire dagli argini o scavalcare questo
sbarramento, se invece deviamo il flusso delle acque, o allarghiamo gli
argini, l'acqua scorre come sta bene a noi, senza fuoriuscire.
Lo sbarramento è il NO, un blocco, un antagonismo, mi contrappongo a te, mi allontano, il resto invece è tutto fiume.
Si dice anche no eh....ma è un no davero calibrato , un no che è un "davvero non si può"
Siccome non siamo nell'eden spesso manca il tempo e la voglia, è
comprensibile, e quando non si può, forse è molto meglio agire cambiando
l'ambiente...perchè se mi sventolano la fetta di prosciutto davanti al
naso, non so a voi ma a me viene fame, relegando ai momenti in cui
siamo disponibili, questo tipo di sperimentazioni guidate.
(non c'è nulla di peggio che fare le cose quando abbiamo fretta o non abbiamo voglia)
Bisogna anche domandarsi se ci sono retaggi culrìturali che ci spingono a
dire che "deve imparare ad obbedire""deve ascoltare" e capire se
vogliamo una scimmietta ammaestrata o nostro figlio.
Imparerà ad obbedire e ad ascoltare, ma non perchè glielo imponiamo
noi..ma pechè sarà d'accordo con noi, vedrà la realtà delle cose e
converrà che conviene fare così...non è forse meglio?...è uno strumento
per la vita, avrà la possibilità di utilizzare il suo spirito critico e
osserverà gli elementi che gli servono, senza essere pressato dal
dover trasgredire o meno, avrà la mente libera da questa pressione e
saprà ragionare meglio su quello che gli conviene...altrimenti gli
tocca magari trasgredire da grande solo perchè finalmente lo può fare,
oppure si farà mille sensi di colpa e si eviterà delle emozioni e delle
cose belle, solo perchè c'ha la vocina dell'adulto che gli dice di non
farlo.
Saprà fermarsi in tempo perchè riconoscerà il giusto limite, perchè
sentirà dentro di sè il disagio, e l'allarme, saprà volersi bene .
Quante volte li fermiamo prima , non per una necessità visibile e reale,
ma semplicemente per "precauzione", loro li il limite non lo vedono,
perciò continuano.
Si dice sempre che i bimbi hanno bisogno di limiti...ma sono questi i
limiti che vogliono, i limiti della nostra umanità, i limiti fisici e
reali, non le imposizioni che mettiamo noi a noi stessi e a loro.
Meglio mettersi in gioco che giocarsi il bambino.
Si perchè loro la fissa ce l'hanno comunque, ed è molto facile che
appena giriamo la testa, li vanno a parare, e senza sapere nulla di come
si usa, sanno solo che loro non possono e noi si..già questo a me
basterebbe per farmi girare le scatole, e perbacco , che almeno sappiano approciarsi bene, e ci diano almeno il tempo di arrivare senza disastrare già tutto .
Quando ci poniamo in modo assoluto, dicendo no, li trattiamo da adulti,
perchè non teniamo conto del fuoco che hanno dentro. Se ci dicessero di
non metterci a ballare se sentiamo una musica che ci ispira, o di non
metterci a cantare se lo sentiamo dentro, o qualcosa che ci muove
dentro qualcosa pur anche se non vediamo condizioni per cui non
dovremmo, come minimo ci sentiremmo spaesati...ingiustamente limitati,
se scegliamo ad occhi chiusi di seguire l'imposizione, probabilmente
perdiamo una parte della nostra spontaneità...per seguire una
indicazione esterna a noi....forse potremmo perdere il contatto con
quella parte spontanea, tranciandolo per sempre in favore della
indicazione esterna...forse potremmo diventare dipendenti dal giudizio
altrui perchè perdiamo il giudizio nostro...mah
Mamma mia credo di aver scritto un papiro di getto.
Queste sono comunque mie osservazioni personali, con l'esperienza di tre
bimbi diversissimi tra loro sulle spalle, non ancora adolescenti e non
ancora adulti.....magari dovrò rivedere tutto tra qualche anno. per ora tenetevi queste .
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