domenica 23 novembre 2014

Seminario: come vivere una maternità più naturale


  Come vivere una maternità più naturale


Decidi tu quale parto vuoi avere e che tipo di madre essere... abbiamo la soluzione che cercavi in sicurezza.  
                              
Venerdì 5 dicembre 2014 
20.15
Piazza della Repubblica, 5
Jesolo Paese (Ve)
                                        
                 Argomenti
      Seminario  Formativo
·        Parto naturale assistito in casa
·        Facilitazione parto e moxa
·        Sostegno psico-sociale alla madre
     Consapevolezza del proprio sentire profondo di donna
·        Maternità e paternità naturali
·        Funzione della “Doula”
         … e molto altro ancora!

 Potrete avere maggiori dettagli su ciò che riguarda il parto naturale a casa vostra, l’equipe di sostegno e le tecniche olistiche per il benessere psico-fisico della partoriente e del nascituro. Posti limitati. Gradita prenotazione.

Relatori :

B. Sartorelli (Ostetrica olistica) - R. Dassiè (Operatore Shatsu)
A. Dolce (Med. familiare-Ass. soc.- Spiritual coach )  E. Pamio (Doula)

Per prenotazioni, contattare. Contributo libero min.
347/1603500 

sabato 22 novembre 2014

Il nostro piccolo koala

Ci sono dei periodi nella vita in cui ci manca l'aria...non alludo ai momenti in ascensore o in spazi ristretti in cui temiamo di essere diventati claustrofobici....
Alludo ad un periodo preciso della vita dei nostri figli...più o meno dagli 8 mesi ai 3 anni.
In realtà per alcuni bambini il periodo è breve, per altri è tardivo, ma quasi tutte le mamme lo hanno sperimentato...i bambini diventano delle vere e proprie "cozze", non si fa a tempo ad allontanarsi un attimo, che è subito: "mammaaaaa!"
Dopo un po' si desidera tanto la solitudine eremitica delle montagne himalayane, perchè spesso non si riesce nemmeno a farsi una doccia, e guai a chiudere la porta del bagno!.

Come sopravvivere?
Cominciamo intanto a vedere l'altro punto di vista...dalla parte del bambino.
Per lui noi siamo "l'aria", siamo la sua tranquillità, la sua forza, il suo punto di riferimento.
Non c'è dimostrazione più grande di affetto...in fondo lui non ci chiede cibo, macchine, soldi...un bambino ha bisogno solo di noi quando si koalizza, solo di noi, noi in persona.
Credo sia fantastico.

Abbiamo l'opportunità di provare "l'esserci " per lui in modo totale, essere accettati solo per quello che siamo.
E' una bella sensazione.
Ma spesso non riusciamo ad assaporarla perchè la vita ci risucchia in un vortice di tempi stretti e appuntamenti improrogabili.
E quando il bimbo poi ha la possibilità di sentire il beneficio della nostra presenza non vuole rinunciare.

I nostri pensieri sono incalzati da una innumerevole serie di voci che ci mettono in guardia sul fatto che non lo stiamo rendendo autonomo, che rimarrà per sempre un mammone, che sarà dipendente e incapace di sviluppare una vita sua.
Sono le voci del nostro passato, di quello che abbiamo sempre sentito dire dei bambini, fomentate dalle nostre paure.
La paura di essere sopraffatti, di non essere presi in considerazione, di non essere rispettati nei nostri spazi...e chi più ne ha più ne metta.

Queste voci riescono persino a sovrastare il nostro cuore....e lui cosa ci dice? riusciamo invece a sentirlo?Molto spesso la nostra voce affettiva viene messa a tacere, come spesso abbiamo imparato a fare in ragione di una più logica voce razionale.

Ci si mette anche la nostra stanchezza e la voglia sacrosanta di avere un po' di spazio per sè a peggiorare la situazione.

Il risultato è un corto circuito emotivo che a volte ci tira fuori il peggio.

Il nostro bimbo ci guarda con gli occhioni lucciconi e ci dispiace

Da mamma di tre bambini  già un po' cresciuti vi assicuro che ascoltare i bisogni dei propri figli è sempre benefico...nel frattempo però bisogna anche cercare di ascoltare i propri bisogni e non è sempre facile. Bisogna prendersene cura, e darsi empatia.

Non ci piove che una mamma abbia bisogno del proprio spazio di movimento ma se lo rapportiamo alla situazione, al tempo relativamente breve rispetto a tutta la vita di nostro figlio, le cose già si ridimensionano; non ci salteranno al collo per sempre, ci saranno momenti  più avanti in cui saremo noi a voler saltare al loro collo ;-).

Una cosa che aiuta molto con i bimbi è :spiazzarli, giriamo le carte in tavola, cambiamo punto di vista e aspettative, loro di solito reagiscono sempre con molta curiosità.
Allora facciamo noi le cozze! appena si distraggono zac! subito torniamo ad appiccicarci...., chiediamo di seguirci in ogni stanza in cui dobbiamo andare, poniamo attenzione  e cura alla grande paura che stanno vivendo in questo periodo, che è fisiologica e che ha alla sua base l'immaturità di prevedere gli eventi a lungo termine.
E' un gioco e tale deve restare,(l'atteggiamento non può essere infatti: adesso ti faccio vedere io come ci si sente) ma in questo modo riusciamo a  vivere in modo diverso una relazione che può sfiancarci, e magari finalmente i bimbi possono riempire il sacchettino :"mammaquivicino" che sembra non sia mai pieno.
Possiamo appurare infatti attraverso questo gioco, che una certa autonomia la desiderano anche loro, che il loro è proprio un bisogno di incontro con noi, di sapere che la mamma ha voglia di stare con loro. e non devono stare sempre all'erta, per paura che la mamma non torni più.

Di fatto il tempo in più che si "perde " a saldare la connessione con nostro figlio, si recupera dopo con una più breve durata del periodo.

Ovviamente dobbiamo davvero prenderci uno spazio anche breve ma vuoto di tutti i pensieri, chiudiamo gli occhi sul lavello, o sul divano da riordinare e proviamo ad essere li e basta.

  Impariamo a delegare , l'unica cosa che non possiamo delegare è proprio l'esserci con nostro figlio.

A volte "esserci "può anche voler dire solo contatto fisico e mente libera per lui, questo non toglie che cose meccaniche come lavare i piatti non possano essere fatte, basta metterselo a zainetto dietro la schiena (davanti è possibile ma rallenta i movimenti e si riesce a sopportare meno carico) con una fascia, con un marsupio (ergonomico), un mei tai etc...anzi può essere importante che loro possano immergersi con noi nella vita, seguirci, imparare dai nostri movimenti, dal nostro atteggiamento.
In questo caso, più ci si muove e meglio è.

Non voglio dire che solo noi possiamo instaurare un legame con lui, anzi, è importante che possa creare legami affettivi profondi con gli adulti che ruotano attorno.
Se proviamo a pensarci però ogni legame è insostituibile e unico, la sensazione di "abbraccio di mamma" è diversa (non migliore o peggiore) da "abbraccio di papà" o "abbraccio di nonno e nonna"
E' importante ricordarcelo.
Anche il nostro bimbo infatti un po' di aspettative le ha, per quello per quanto a noi possa sembrare uguale che stia con uno o con l'altro, per lui può non essere così.
Se ha bisogno di "abbraccio di mamma" in quel momento, non è così scontato che possa accettare anche "abbraccio di papà" o viceversa.

lunedì 10 novembre 2014

Sabato 15 novembre

Come portare il proprio bambino : Fasce, marsupi, mei-tai, passeggini, limiti e proprietà dei vari "mezzi di trasporto"

Vi aspettiamo a Mestre il 15 novembre in via Motta  22  dalle 10 alle 12

mercoledì 5 novembre 2014

Sabato 8 novembre

Ci vediamo sabato 8 novembre A marcon per una delle nostre chiacchierate . Questa volta parliamo di spannolinamento: quando dove è perché 
Vi aspetto dalle10 alle 12